“The Tempest” ispirato all’opera di Shakespeare è il nuovo album di Opera nera
Forse una delle opere più magiche di William Shakespeare è “La tempesta”.
Nel corso di poche ore si sviluppa la storia.
Su un’ isola ci sono tanti rumori, suoni, e sulla ‘nostra’ isola, dove la storia è ambientata, questi splendidi e terribili suoni sono fonte d’ ispirazione per The Tempest nuovo disco della band Opera nera,
composta da Marco Napolitano alle chitarre, Alessandro Pacella al basso, Eduardo Spada alla batteria e Tiziano Spigno alla voce, che decide di lavorare ad un disco lasciandosi guidare dalle tante suggestioni e sfide che il testo contiene.
Le parole del bardo sono già di per sé musica, ma la band decide di intraprendere una vera sfida musicale che la porta ad uscire dalla sua confort zone, pur essendo un disco heavy metal,
e tirar fuori dal cilindro morbide ballate, tammurriate, pezzi funky, jungle, techno per poter tradurre in musica ciò che il testo suggerisce.
Il consiglio di affidarsi alla potenza del testo viene dal regista Davide Iodice, che ha diretto una versione della Tempesta ed ha instradato la band su come lavorare a questo progetto.
Il gruppo ha musicato quelle che Shakespeare stesso indica come Songs.
Tutte le strofe sono cantate in lingua inglese da Tiziano Spigno ed Affidano a Lino Vairetti l’unica canzone in napoletano, “Lu capitano in testa” ed è davvero un bel sentire,
soprattutto perché qui ci è stata la scelta di utilizzare il testo di Eduardo che de La tempesta ne aveva fatta una sua versione.
Pierpaolo Polcari propone la Reaper’s dance per raccontare uno dei momenti chiave della storia. I Bisca con un guizzo geniale interpretano You are three men of sins.
Di grande suggestione l’interpretazione di Calibano offerta da Soigno, cantante della band in The island is mine.
Il disco è concepito per accompagnare una messinscena della Tempesta da parte di gruppi teatrali e ci auguriamo che ciò avvenga perché lo studio proposto dalla band è stato maniacale e
hanno cercato di accompagnare ogni istante del racconto del Bardo in musica.
Una sfida vinta se ci sono brani come: Where the bee sucks con Elisabetta Serio ed ancora “All the devils are here” realizzata con Ernesto Nobili.
Emerge in ogni nota la volontà di raccontare la parola e l’atmosfera di Shakespeare che può sembrare semplice perché così si segue una traccia, ma in realtà questo mondo disegnato dal drammaturgo inglese è pieno di insidie:
chi è buono non lo è fino in fondo, così come chi è cattivo e la stessa l’isola non è affatto accogliente.
“L’isola è piena di questi sussurri, di dolci suoni, rumori, armonie, che non fanno alcun male, anzi dilettano”: o forse no!
Per avere un’idea di cosa voglia dire dedicarsi alla musica con passione e dedizione totale, cosa vuol dire incontrare musicisti per dare vita a collaborazioni magiche come l’isola merita, bisogna immergersi in questo album.
Una nota a margine sulla copertina e sulla controcopertina dell’album realizzata da Victor Perez che fa immergere l’ascoltatore in un mondo visivo fantastico, proprio quello che serviva per questo viaggio.