Gaia Aprea apre la stagione del Sannazaro con LA MAÎTRESSE
Gaia Aprea venerdì 15 (in scena fino a domenica 17 ottobre) apre la stagione 2021-22 del teatro Sannazaro con LA MAÎTRESSE spettacolo, in prima nazionale, liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball. La Aprea ha curato la riduzione del testo, ne è la protagonista ed ha curato la regia.
Lo spettacolo è il racconto in prima persona della vita di Nell Kimball, nata nel 1854 in un “podere di sassi” nell’Illinois e morta in Florida nel 1934. Cominciò la sua carriera a 15 anni in un bordello di Saint Louis e la concluse come tenutaria di case di lusso.
Le sue memorie affidate nel 1932 allo scrittore Stephen Longstreet furono regolarmente rifiutate dagli editori per la crudezza del linguaggio. Vennero pubblicate solo a distanza di quarant’anni.
Lo spettacolo offre spunti molteplici di riflessione: Nell Kimball è una donna manager dell’Ottocento, una persona in grado di realizzare un bordello funzionale dove tutto è in regola e le ragazze sono sane. Nulla a che vedere con quello che succedeva in bordelli-alveare, come lei stessa li definiva, dove le ragazze, anche 250-300 vivevano in piccole stanze e senza alcun controllo sanitario.
Si evidenziano, così, più le brutture degli uomini e della loro visione ‘maschiocentrica’ rispetto ad una ‘modello’ al femminile dove tutto funziona perfettamente.
In un momento storico, il nostro – dice la Aprea – in cui finalmente sembra che lentamente stia affiorando nella coscienza collettiva la consapevolezza che la questione sulla parità dei diritti tra uomo e donna non è affatto risolta, mi è sembrato particolarmente interessante andare ad indagare nella vita di una prostituta del secolo scorso che ha saputo rivendicare a se il diritto alla dignità. Una donna che per quell’epoca rappresentava un vero scandalo denuncia, con le sue memorie, l’impossibilità di prendere altre strade data la condizione di indigenza delle sue origini, ma non per questo rinuncia ad affermare la sua posizione all’interno della società stessa che la condannava. Diventando tenutaria di importanti ed eleganti bordelli, ribalta la situazione e obbliga la “parte alta della società” almeno quella maschile, a mostrasti in tutta la sua bassezza e depravazione. Il suo occhio, senza mai esprimere giudizi, si limita a raccontare, a fotografare come andavano le cose per quelli nati in basso…puttane, neri o ebrei che fossero.
E riflettendo proprio a partire da questo lavoro, come anche da libri che sono stati pubblicati o in via di pubblicazione su altre donne che hanno intrapreso percorsi simili a quelli della Kimball, è opportuno interrogarsi sulla necessità di dare una legalizzazione al fenomeno della prostituzione.
Oggi la prostituzione, – continua la Aprea – purtroppo o per fortuna, non voglio entrare nel merito di una cosa che viene considerata sempre un tabù, della quale non si deve parlare, è un fenomeno talmente diffuso da doverne prenderne atto e creare una forma di legalizzazione di modo che la tratta infinita delle ragazze dell’Est, delle ragazze extracomunitarie che arrivano in Italia senza permesso di soggiorno, che vengono messe sulla strada, forse potrebbe essere regolamentata.
La voce intensa ed insolente di Nell, dal timbro un po’ roco, velata di dolcezza e brutalità, viene dal ventre dell’America e da una verità che ai tempi narrati dal libro ed anche molto dopo, nessuno poteva manifestare, se non in privato.
Tratto dalle sue memorie il monologo racconta con onestà, crudezza e molta lucidità il percorso di una donna che assume su di se il suo destino di prostituta senza soccombere mai e senza mai perdere la dignità e la stima di se stessa.
Supportato da immagini d’epoca che aprono squarci di realtà lo spettacolo è percorso da un racconto musicale che accompagna e sostiene la narrazione sino a sfociare nella nascita del jazz, nella New Orleans dei primi del Novecento.
Prossimo spettacolo in stagione, dal 22 al 24 ottobre, è El blues di Loi con Milvia Marigliano e Igor Esposito con drammaturgia di Igor Esposito e la supervisione di Peppino Mazzotta; una performance teatrale dove un’attrice e un poeta accompagnati da un musicista portano in scena i versi di una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano: il poeta Franco Loi. Un blues che si dipana attraverso quattro stazioni drammaturgiche.