IL RICORDO – Addio Sean Connery, “sir” dentro e fuori il set
Il 31 ottobre scorso si è spento, alla veneranda età di novant’anni, l’attore britannico Sean Connery: il mondo piange un’icona che ha fatto la storia.
Oggi in redazione, scritto dal giornalista Paolo Leardi, ci è pervenuto un articolo per ricordare Sean Connery. Nel ringraziare il collega per aver condiviso con noi il suo pensiero, riceviamo e pubblichiamo:
La storia di un mito… Connery, Sean Connery.
Nato in un sobborgo edimburghese, prima di approdare sul set, molteplici e variegati sono stati i mestieri svolti in gioventù da Connery. Dopo aver abbandonato la scuola a sedici anni, si è arruolato nella Marina Militare Britannica. A questo periodo risalgono due tatuaggi, “Scotland Forever” e “Mom & Dad” che, sebbene testimonino il grande amore verso la famiglia d’origine ed il proprio paese, l’interprete farà sempre in modo che mai appaiano nelle inquadrature delle pellicole da lui girate.
Successivamente alla partecipazione a Mister Universo nel 1953, che lo vide classificarsi terzo, per il giovane Sean si spalancheranno definitivamente le porte del mondo del cinema; si consacrerà, infatti, nei panni dell’agente 007 James Bond, nato dalla penna di Ian Fleming, che interpreterà in ben cinque film, dal 1962 al 1967. Nonostante l’immenso successo di questo ciclo, Connery evitò di interpretare un unico personaggio collaborando, nel corso degli anni, con registi del calibro di Sidney Lumet e John Huston. Nel 1964, invece, Alfred Hitchcock lo dirige come protagonista di Marnie, punta di diamante nel genere thriller.È però nella metà degli anni Ottanta, che l’artista scozzese raggiunge il suo apice. Senz’altro rilevante è la sua interpretazione del monaco Guglielmo da Baskerville ne Il nome della rosa, film diretto da Jean-Jacques Annaud nel 1986, tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, ma è l’anno successivo che, nei panni dell’incorruttibile tutore dell’ordine Jimmy Malone, personaggio de Gli Intoccabili di Brian De Palma, che Connery entra nella storia aggiudicandosi un premio Oscar e un Golden Globe nella categoria “attore non protagonista”.
In seguito alla sua partecipazione a pellicole di rilievo come Caccia a Ottobre Rosso del 1990, e l’avventuroso The Rock del 1996, prenderà le distanze dalla recitazione fino ad annunciare definitivamente il suo ritiro nel 2005, rifiutando i ruoli di Gandalf ne Il Signore degli Anelli e di Albus Silente in Harry Potter.
Con la sua dipartita non si piange solo «una grande star, un attore brillante e un amico meraviglioso», come definito dal suo caro amico Michael Caine, ma anche un uomo rimasto umile nonostante lo strepitoso successo raccolto, protagonista sul set, ma dietro le quinte nella vita reale. Riposa in pace, Sean.
Paolo Leardi