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Batterio killer a Verona, Zaia: “L’infezione si trascina da mesi”

Continua davanti all’Ospedale della donna e del bambino, la protesta di Francesca Frezza, la mamma di una delle bambine morte a causa del Citrobacter nel 2019.

Francesca Frezza era stata la prima a denunciare i casi d’infezione nel più importante punto nascite del Veneto, dove avvengono più di 3mila parti all’anno, e che è stato riaperto il primo settembre dopo due mesi e mezzo di stop per debellare proprio quel batterio-killer. In merito al batterio che ha colpito la neonatologia di Verona, il governatore Zaia ha auspicato che il dirigente prenda decisioni “anche verso gli attori della vicenda” precisando che “ogni iniziativa deve arrivare dall’Azienda, non sono dipendenti diretti della Regione. Noi abbiamo chiesto che si intervenga. Le famiglie hanno diritto ad avere giustizia”. Nella sua lettera inviata al direttore generale Sanità regionale, Domenico Mantoan, il presidente invita a “effettuare tutte le verifiche necessarie a individuare eventuali responsabilità dei collaboratori e ad assumere tutti i provvedimenti urgenti consentiti dall’ordinamento, anche in via cautelare”.

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