L’estate rovente dei migranti tunisini
L’estate si preannuncia sempre più rovente per i migranti, ma anche per gli abitanti delle isole italiane e per il ministro Lamorgese.
Paura, Covid, e sbarchi, infatti, stanno caratterizzando le giornate di alcune città della Sicilia, con il ministro Lamorgese che è volata a Tunisi alla ricerca di un accordo con i suoi pari tunisini.
Dal 20 luglio fino al 26 luglio i sono arrivati 2.445 immigrati. Il 27 mattina a Lampedusa si sono aggiunti altri 27 migranti, un dati assurdo se confrontato – per esempio – con quello dello scorso anno dove gli sbarchi sono stati a malapena 300, nello stesso periodo.
Altro punto importante, sono le strutture di accoglienza. Hanno subito un forte ridimensionamento dopo il calo degli sbarchi ottenuto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ora, con il ritorno impetuoso dei flussi di stranieri, i centri non sono attrezzati per numero e dimensioni a una serie di arrivi così ripetuti, con il caso lampante dell’esodo che è accaduto a Porto Empedocle dove i numeri spiegano tutto: capienza massima 100 persone, ce n’e sono 520.
Il ministero dell’Interno in queste ore frenetiche sta cercando di governare le presenze e gli arrivi sia nei centri di prima accoglienza sia in quelli di lungo soggiorno, dove da inizio giugno le persone arrivate dal paese nordafricano solo quasi cinquemila. Il flusso dalla Tunisia, secondo alcuni osservatori, rischia di trasformarsi nella stessa ondata di alcuni anni fa legata alla cosiddetta primavera araba: decine e decine di migliaia di migranti in fuga dallo stato nordafricano. Non è un caso se il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è volata a Tunisi per incontrare il presidente Kais Saied e il premier incaricato Hichem Mechichi.
Uno scenario critico: la crisi economica in Tunisia è gravissima, quella politica non si risolverà a breve.