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Woody Allen: “No al cinema sul piccolo schermo”

“Un giorno di pioggia a New York” potrebbe essere l’ultimo film del regista.

Woody Allen è preso dallo sconforto, tanto da pensare di smetterla con il cinema. La ragione principale è la chiusura delle sale cinematografiche in tutto il mondo: “Non so quante di esse potranno riaprire – dice il regista newyorkese – Le persone ormai pensano: “Stare a casa non è poi così male, ceno e poi mi guardo un film sullo schermo del televisore”. Ma io non voglio fare film per i piccoli schermi, perciò potrei smettere del tutto di girarli”.

Parole pronunciate nel corso di un’intervista concessa al quotidiano britannico Financial Times, dichiarazioni che fanno preoccupare tutti gli amanti dell’ironico regista, con all’attivo quattro premi Oscar, uno per la miglior regia nel 1978 per il capolavoro “Io e Annie” e tre per la miglior sceneggiatura.

Woody eterno pessimista ha dichiarato: «Ho 84 anni, presto sarò morto. Anche se scrivessi la migliore sceneggiatura del mondo, potrebbe non esserci nessuno a produrla, perciò che incentivo avrei a continuare? Ero solito finire un copione, farlo ricopiare al computer, consegnarlo al mio produttore che avrebbe iniziato a cercare i finanziamenti, formare il cast e quindi girare. L’ho fatto per anni nello stesso modo: un processo molto semplice. Ma in questo momento non funziona più», dice il regista newyorkese, che avrebbe già pronto un nuovo film, il 49° della sua carriera: Rifkin’s Festival, interpretato da Christoph Waltz e Louis Garrel, la cui premiere inizialmente ipotizzata per Cannes , ma causa annullamento della competizione, verrà proiettato in ottobre al festival di San Sebastian in autunno.

Non che Woody sia mai stato ottimista, come sappiamo bene da amanti della sua ironia  catastrofista, ma speriamo vivamente torni a scrivere i capolavori a cui ci ha abituati.

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