Mastercard e le impronte digitali
Fra poco chi possiede una Mastercard potrà presto fare acquisti con un dito. Il circuito bancario sta infatti sperimentando lo sviluppo di carte di credito che includono un sensore di impronte digitali: una tecnologia simile a quella dei sistemi di pagamento tipici degli smartphone, come Apple Pay o Android Pay.
L’uso di un sistema di riconoscimento biometrico in una carta di credito non è in realtà una novità, ma in questo caso c’è un passo avanti importante: le nuove Mastercard saranno infatti le prime a includere sia la “memoria” digitale delle impronte dell’utente, sia il sensore necessario a leggere le impronte al momento dell’acquisto. Finora, carte di credito biometriche dovevano essere usate in abbinamento con uno scanner esterno, e solo i negozi opportunamente attrezzati potevano accettarle.
Il sistema, già testato con successo in Sud Africa e pronto al lancio anche in Europa e Asia, manderà in pensione il riconoscimento tramite il codice Pin: per pagare, all’utente basterà avvicinare un dito al sensore, dopo aver inserito la carta nel Pos (anche se, chi vorrà, potrà mantenere una doppia opzione, con un riconoscimento tramite Pin e impronte digitali in due passaggi).
Secondo Ajay Bhalla, responsabile della sicurezza di Mastercard, questa tecnologia dovrebbe garantire agli utenti “più comodità e sicurezza” nelle transazioni. Tuttavia, non si tratta di un sistema a prova di bomba, soprattutto perché le impronte digitali possono essere copiate, e quindi ‘rubate’, in modo relativamente semplice. “Tutto ciò che occorre è un vetro o un oggetto già toccato in passato”, ha sottolineato alla Bbc Karsten Nohl, responsabile dei Berlin’s Security Research Labs. Inoltre, se l’informazione viene rubata, “avrete solo altre nove possibilità di cambiare impronta digitale prima di aver esaurito le opzioni”. Tra l’altro, solo poche settimane fa tre ricercatori delle università di New York e del Michigan avevano dimostrato che è possibile realizzare impronte digitali artificiali che in più del 65% dei casi possono coincidere con quelle reali, mettendo così a nudo i limiti di sicurezza di questa tecnologia.
I vantaggi comunque non mancano. Lo stesso Nohl ha spiegato che questo sistema è “il meglio di ciò che abbiamo a disposizione al momento”, perché “consente di ‘sbarazzarsi’ del Pin, che nelle carte che includono una combinazione di pin e chip è l’elemento più debole”. Inoltre, “l’uso delle impronte digitali evita di ricorrere a password a volte terribili, e anche la persona più ingenua non si taglierà certo le dita se un criminale glielo chiedesse gentilmente”.