Uomo Vitruviano, il Tar blocca il prestito al Louvre
Solo una settimana prima dell’apertura della grande mostra su Leonardo al Louvre, il Tar del Veneto decide di accogliere il ricorso di “Italia Nostra” che non ha visto di buon occhio il comportamento della politica italiana sul prestito di una delle più grandi opere del genio toscano.Al momento l’opera è custodita presso i Musei dell’Accademia e ci resterà almeno fino al 16 ottobre, giorno in cui è stata fissata l’udienza. L’accordo siglato a ville Lumière, per lo scambio di capolavori di Leonardo e Raffaello, secondo i giudici amministrativi viola «il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro». Parole che tradotte significano che la politica si sarebbe assunta un ruolo che non le spettava e che va oltre quello di semplice indirizzo. Un’accusa grave, che l’ufficio legislativo del ministero guidato da Franceschini rifiuta e smentisce, definendo «incomprensibile» la sospensiva: «L’accordo firmato a Parigi è stato esclusivamente il riconoscimento da parte dei Ministri di decisioni e atti tutti presi, per parte italiana, dai competenti uffici tecnici del MIBAC – sottolineano dal Collegio Romano – Il prestito di ogni opera italiana risultava già autorizzato».