Foibe, il ricordo dimentico e senza rispetto
Dopo il danno la beffa, gli infoibati dimenticati nel giorno della memoria!Uomini e donne a cui non si sa dare un nome. Sfregiati e martoriati che anche dopo la morte sono vittime nelle proprie tombe. Oggi 10 febbraio, è il giorno del ricordo degli infoibati e dei 350 milza che furono costretti alla fuga dalle violenze e dal sistema fascista di Tito.
Da Padova a Roma, da Pavia ad Orvieto non sono pochi gli eventi “riduzionisti, che hanno quasi sempre il cappello del’associazione nazionale partigiani, ospitati spesso dalle stesse amministrazioni comunali. Lo stesso presidente Mattarella dopo la seconda assenza consecutiva al Quirinale ha annunciato che incontrerá gli esuli, ma non c’è una data certa sull’evento! Pare che solo alcuni giornali e le TV ricordino i martiri delle foibe. Diversi canale, da Raitre a Rai un, mandano in onda film e testimonianze che ricordano degnamente gli esuli e gli infoibati. Peccato che Rai storia faccia il contrario, ma almeno qualcuno ne parla.
LA STORIA – L’espressione massacri delle foibe indica gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsicidove furono gettati molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto, “foibe”. Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell’ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell’area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.