Netflix, “Cent’anni di solitudine” di Márquez diventerà una serie
Netflix è pronta a regalare al mondo la serie tratta dal capolavoro di Gabriel García Márquez. Lo scrittore colombiano voleva che la trasposizione della sua opera fosse in lingua originale. Dopo Narcos e Roma la famiglia non ha avuto più dubbi, Macondo diventerà reale.
L’annuncio di Netflix arriva il 6 marzo, giorno del compleanno dello scrittore. Dal 1967, anno della pubblicazione, l’opera non era mai stata adattata. I diritti di cent’anni di solitudine sono stati venduti alla piattaforma di streaming che si è dimostrata molto attenta alla produzione di film in lingua originale, ultimo su tutti il premio Oscar Roma.
«Per decenni nostro padre è stato restio a vendere i diritti di Cent’anni di solitudine, perché non credeva che si sarebbe potuto realizzarne un film per limiti di tempo e perché riteneva che produrlo in una lingua diversa dallo spagnolo non gli avrebbe reso giustizia» ha detto Rodrigo García, figlio dello scrittore, specificando che però ormai il livello delle serie televisive è così alto, e che le persone di tutto il mondo sono così abituate a vedere contenuti in lingua straniera, che non potrebbe esserci un momento migliore per produrre un adattamento del libro del padre.
Francisco Ramos, vice presidente dei contenuti in lingua spagnola per Netflix, ha dichiarato in un comunicato: “Ci onora incredibilmente il fatto che ci sia stato affidato il primo adattamento filmato di Cent’anni di solitudine, una storia iconica e senza tempo dall’ America Latina che siamo entusiasti di condividere con il mondo. Sappiamo che i nostri clienti in tutto il mondo amano guardare film e serie in lingua spagnola e riteniamo che questo sarà un progetto perfetto per la nostra piattaforma”.
Per ora, però, non si conoscono ulteriori dettagli. Non si sa chi si occuperà della sceneggiatura o quali saranno gli attori, l’unica notizia di cui si è certi è che sarà girata interamente in Colombia.
Chi era Gabriel García Márquez?
Nato in Colombia, ad Aracataca, il 6 marzo del 1927. Gabriel detto Gabo, cresce con i nonni materni che non avevano mai appoggiato il matrimonio dei suoi genitori, ma che avranno un ruolo fondamentale nella formazione del pensiero del giovane scrittore. Il nonno, Nicolás Ricardo Márquez, uomo politico liberale, razionale fino al midollo, gli parlava del mondo come se davanti a lui non ci fosse un bambino ma un uomo fatto. Possiamo trovare echi del colonnello nelle militaresche figure che popolano romanzi come La mala ora, del 1966, L’autunno del patriarca, del 1975, o Nessuno scrive al colonnello, del 1958. La nonna di Gabo, Tranquilina Iguarán, era invece una sensitiva e viveva in un mondo immerso nella tradizione, fatto di spiriti, antiche leggende e accadimenti miracolosi accolti come normalità.
Giornalista prima con El Universal e El Espectador, dunque con Prensa Latina, l’agenzia giornalistica di Fidel Castro.Nonostante ciò molto critico nei confronti delle dittature. Infatti alla notizia del colpo di stato in Cile, da parte di Pinochet, si rifiutò per due anni di scrivere narrativa, e uno dei suoi testi più famosi, Notizia di un sequestro, del 1996, racconta la storia di dieci ostaggi rapiti dai narcotrafficanti di Pablo Escobar. Gabriel García Márquez non è un politico. Amico di Fidel ma non era un politico nè un rivoluzionario. Preferiva passare il suo tempo ad occuparsi delle miserie umane. Infatti dichiara di non essersi mai inventato nulla, di essersi limitato, nei suoi romanzi, a raccontare cose già accadute.
Nel 1967 diede alla luce il capolavoro, non lo si può definire in un altro modo, Cent’anni di solitudine. Nel libro racconta la storia della famiglia Buendia, il cui patriarca Jose Arcadio Buendia ha fondato Macondo, un’immaginaria città della Colombia. Il romanzo è uno degli esempi più significativi realismo magico, corrente letteraria di cui Márquez fu uno dei massimi esponenti, e forse anche la serie avrà lo stesso stile onirico.