L’addio di Obama :“E’ stato un onore servire l’America”. L’ex presidente attacca Trump

La scorsa notte, davanti ad una folla di oltre ventimila persone al McCormick Place, è andato in scena l’ultimo discorso di Barack Obama da Presidente degli Stati Uniti d’America uscente. Davanti al suo pubblico, nello stesso luogo dove nel novembre del 2008 ha celebrato la vittoria su Romney, ha voluto ringraziare tutto il popolo americano, la sua famiglia, ha elencato i suoi successi e le sue sconfitte, e non sono mancati attacchi velati al nuovo Presidente Trump in difesa della costituzione americana.

I DIECI ANNI DA PRESIDENTE – “E’ stato l’onore della mia vita servirvi, ma non mi fermerò qui. Sarò al vostro fianco, da cittadino. In questa città ho imparato che il cambiamento avviene solo se le persone s’impegnano e lo conquistano. I diritti non si realizzano da soli ma insieme”.

L’ATTACCO A TRUMP – “La nostra democrazia è minacciata quando la consideriamo garantita. Quando stiamo seduti a criticare chi è stato eletto, e non ci chiediamo che ruolo abbiamo avuto nel lasciarlo eleggere, bisogna riflettere anche su questo”.

I SUCCESSI E LE SCONFITTE – “Sono orgoglioso anche di quanto fatto in politica estera e interna, dall’uccisione di Osama Bin Laden ai matrimoni gay, ma non posso omettere che molti americani sono rimasti ai margini rispetto la crescita che ha avuto il nostro paese durante i miei due mandati, il ceto medio è minacciato da globalizzazione e automazione, va difeso e salvaguardato ”.

Alla fine, commosso e provato, Obama ha ringraziato Michelle, sua moglie, definendola come “Non solo moglie e madre delle mie figlie, sei stata anche la mia migliore amica. Sono fiero di te, l’America è fiera di te”.  Prima di lasciare il palco, mano nella mano con la sua signora, Obama non ha potuto non concludere il suo ultimo sermone con la frase che ha reso celebre la sua campagna elettorale “Yes, we can. Yes, we did”.