Rigopiano, gli indagati per depistaggio
Dopo due anni dalla strage giungono testimonianze che arrivano a negare di aver sentito le telefonato di soccorso di chi era rimasto bloccato nell’hotel di Rigopiano.
Un mese e mezzo fa è stata chiusa l’inchiesta “madre” con 25 indagati a rischio di processo, tra cui l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il presidente della provincia Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, l’amministratore del resort Bruno Di Tommaso, accusati a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, falso ideologico, abuso edilizio, omissione d’atti d’ufficio. I magistrati Massimiliano Serpi e Andrea Papalia si sono dedicati a un secondo filone d’inchiesta su un presunto tentativo di depistaggio da parte di Provolo e di sei funzionari della prefettura.
Intnato il vicepremier Luigi Di Maio si esprime: ”Noi ci siamo” e stringe le mani dei parenti delle vittime appena giunto sul luogo del disastro. Di Maio si è intrattenuto a parlare con Gianluca Tanda, del Comitato Vittime di Rigopiano. .