PIERINO E IL LUPO e YO SOY MARIA – SOLISTI DEL TEATRO DI SAN CARLO E ACCADEMIA VESUVIANA DEL TEATRO
C.S.
Una nuova collaborazione è nata tra “I solisti del teatro di San Carlo di Napoli”, orchestra da camera molto prestigiosa diretta dal maestro Angelo Iollo, e l’Accademia vesuviana del Teatro di Gianni Sallustro. Martedì 29 novembre al teatro Eduardo De Filippo di Arzano, con la regia del maestro Filippo Zigante, le due eccellenze artistiche porteranno in scena, “Pierino e il lupo” (con repliche per le scuole alle ore 9.30 e alle 11.30) e “Yo soy Maria” alle ore 20,00 dall’opera tango “Marìa de Buenos Aires” di Horacio Ferrer con musiche di Astor Piazzolla.
La voce recitante di entrambi gli spettacoli è Gianni Sallustro.
Martedì 29 novembre alle ore 9.30 e ore 11,30 al teatro Eduardo De Filippo va in scena “Pierino e il lupo”. La favola musicale vedrà protagonisti: Gianni Sallustro come voce recitante, l’orchestra de I solisti del teatro di San Carlo di Napoli e la compagnia dell’accademia vesuviana del teatro composta da Alessandro Vincenzo Todisco, Giada Emanuela De Gennaro, Tommaso Sepe, Ivan Cozzolino, Annarita Tambaro, Anthony Dylan Ciliberti, Andrea Palmese, Teresa Caldarelli, Assunta La Marca, Alessia Urraro, Federica Miriam Caiazzo, Claudia Auricchio, Antonio Auriemma, Emanuele Boccia, Annalaura Pannone, Aniello Franzese. “Pierino e il lupo” è la favola musicale che nel 1936 il Teatro Centrale dei Bambini di Mosca commissionò a Prokof’ev; il Teatro chiese al compositore la stesura di una nuova opera musicale per bambini, che avvicinasse alla musica anche i più giovani. Il compositore accettò, incuriosito dal particolare incarico e in soli quattro giorni completò il lavoro. Il debutto del 2 maggio 1936 fu un insuccesso: scarso pubblico e poca attenzione. Prokof’ev non poteva prevedere l’enorme successo che avrebbe riscontrato in seguito la sua opera, diventata un classico apprezzatissimo da adulti e bambini.
La vicenda narrata è considerata semplice ma al tempo stesso coinvolgente, grazie anche alla presenza di personaggi comprimari quali il nonno, l’anatra ed il gatto.
Martedì 29 novembre ore 20,00 al teatro Eduardo De Filippo di Arzano va inscena “Yo soy Marìa” adattamento da “Marìa de Buenos Aires” l ‘opera tango di Astor Piazzolla su libretto di Horacio Ferrer. In scena Gianni Sallustro (voce recitante), Laura De Lucia (mezzosprano – Marìa de Buenos Aires), Giampaolo Aspasini (baritono),
l’orchestra de I Solisti del Teatro di San Carlo di Napoli diretta da Angelo Iollo, la compagnia dell’Accademia vesuviana del teatro composta da Alessandro Vincenzo Todisco, Giada Emanuela De Gennaro, Tommaso Sepe, Ivan Cozzolino, Annarita Tambaro, Anthony Dylan Ciliberti, Andrea Palmese, Teresa Caldarelli, Assunta La Marca, Alessia Urraro, Federica Miriam Caiazzo, Claudia Auricchio, Antonio Auriemma, Emanuele Boccia, Annalaura Pannone, Aniello Franzese.
La regia dello spettacolo è del maestro Filippo Zigante.
L’argomento trae spunto da una sorta di leggenda metropolitana che narra di Maria, operaia di un’industria tessile di Buenos Aires che, irresistibilmente attratta dalla musica del tango ascoltata per strada sulla porta di un bar notturno, diventa una cantante di tango, finisce per entrare in una casa di tolleranza e lì muore, ancora molto giovane. In uno scenario alquanto surreale, la sua morte è decisa durante una messa nera tenuta da personaggi malfamati. La sua condanna a morte è anche una condanna all’inferno, e l’inferno è la città di Buenos Aires, dove vaga il suo spettro. La morte è anche il ritorno alla verginità, violata dal poeta folletto che la ingravida con la sua parola. Partorirà una bimba, di nome María, simbolo di ella stessa ma anche della città che rinasce ogni volta. Intorno a Maria si muovono El Cantor, un giovane scrittore, El Duende, il folletto, con un gruppo di pittoresche marionette sotto il suo controllo, vari elementi dei sobborghi di Buenos Aires e degli psicanalisti, spettro della crisi argentina degli anni Sessanta con gli innumerevoli casi di nevrosi, disperazione e perdita della propria identità personale, civica e sociale. È il Duende, questa sorta di demone, che va sulla tomba di Maria e la fa rivivere costringendola di nuova alla stessa terribile vita che aveva lasciato, così come è un demone il Bandoneon, che seduce la poverina portandola nel campo del male per la seconda volta. Intorno si muovono ubriachi, assassini, ladri, prostitute e protettori.
Questi due lavori siglano l’inizio della collaborazione tra l’accademia vesuviana del teatro e l’orchestra de I solisti del teatro di San Carlo che porterà ad una tournée in Italia e ad alcune repliche degli spettacoli nei teatri napoletani.