Trenta minuti di internet gratis, la proposta di Di Maio che sa di Bonus da 80€: il web si scatena
Quasi più inaspettato della Germania che va fuori al Mondiale senza superare la fase a gironi. Dopo aver criticato gli 80€ di Renzi il nuovo ministro del Lavoro la spara grossa.
Si diceva assistenzialismo quando si parlava del reddito di cittadinanza, eppure Di Maio l’ha sparata grossa. Trenta minuti gratis per tutti gli italiani, una proposta per portare uguaglianza sociale. Si potrebbe dire che assomigli molto ad altre proposte etichettate proprio dal Movimento 5 Stelle, all’epoca all’opposizione, come “contentini”.
Inutile chiamarla uguaglianza sociale: è un contentino
“Immagino uno Stato che garantisca almeno 30 minuti di connessione a internet a chi non può permetterselo. Siamo al lavoro su questo, l’accesso a internet è un diritto primario di ogni singolo cittadino”. Così Luigi Di Maio all’Internet Day 2018 di ieri alla Camera.
Una proposta che non ha senso e che non specifica se i “30 minuti gratis” verrebbero introdotti al mese o al giorno. Sarebbe l’ennesima beffa: gli italiani passano la loro vita al cellulare, e la maggior parte delle applicazioni è connessa ad internet. Siamo in uno Stato in cui il cittadino è connesso 24h su 24h, in cui mezz’ora assomiglia tanto ad un contentino.
Come gli 80€ di Renzi, ma stavolta lo propongono i 5Stelle
Sarà anche il Governo del Cambiamento, sarà anche la Terza Repubblica, ma le modalità sembrano sempre le stesse. Le promesse, mantenute o meno, appaiono davvero stranamente simili a quelle delle vecchie gestioni. Quando Matteo Renzi introdusse gli 80€ il popolo grillino insorse: “contentino”, lo avevano chiamato.
Esattamente la stessa cosa che propone Di Maio oggi. Un regalo di pochi minuti di internet a fronte di una spesa che per gli italiani vale tra i 25 ed i 50 € al mese e di cui nessuno si priva. Quindi anziché lottare contro le compagnie telefoniche, che monopolizzando mercato ed antenne dettano un prezzo di mercato molto alto, questo Governo emana contentini.
Per ora sarebbe più giusto dire che il Governo del “bello e del cattivo tempo” continua sulla linea con cui è nato.
