Felice Romano il 24 aprile al Summarte di Somma Vesuviana
C. S.
Felice Romano di scena al Summarte di Somma Vesuviana con MALAMORE, questa domenica 24 Aprile.
Dopo i successi della tournée estiva, il progetto intitolato Malamore segna il ritorno in teatro di Felice Romano. Il cantautore campano si è esibito ieri sera al Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco – praticamente a due passi da casa sua – affiancato dal suo fedele team: Mariano Barba alla batteria, Domenico Monda alle percussioni, Peppe Fiscale alla tromba, Luigi Fiscale al contrabbasso, Antonio Ottaviano al piano e tastiere e Raffaele Iovino alla chitarra. Due ore in cui l’artista ci ha accompagnati lungo un percorso fatto di note e di emozioni.
Lo show si è aperto con un medley, solo piano e voce, delle più belle creazioni di Felice Romano. Capolavori come “Che cos’è la vita” e “Caro Pà”, sono stati presentati per la prima volta dal vivo. Improvvisamente, quello che sembrava essere un “concerto da camera”, intimo e solenne, si è trasformato in un vero e proprio concerto da stadio, energico ed altrettanto piacevole.
Davanti ad una cornice di pubblico meravigliosa, il cantautore ha reso omaggio ai mostri sacri della musica italiana, eseguendo fedelmente alcuni dei loro grandi successi (tra questi spiccano quelli di Claudio Baglioni, Gianni Morandi, Edoardo Bennato, l’eterno Pino Daniele e tanti altri ancora).
Felice Romano ha inoltre proposto dei brani mai ascoltati prima: questi, assieme ad altri, saranno contenuti nel suo prossimo album, la cui uscita è prevista in estate.
Così come fece Wordsworth, poeta inglese dell’800, con il poema Daffodils, l’artista campano racconta i retroscena, che si celano dietro la trasformazione di un’idea in parole, nel suo nuovissimo pezzo intitolato “Come nasce una canzone”, dal carattere sobrio e allegro.
Un’altra novità è il brano “Comm’è”. Ispirato dall’amico Gigi D’alessio, l’artista ha voluto cimentarsi nella stesura di un testo scritto completamente in dialetto. Il risultato è una canzone dolce, passionale ed orecchiabile.
La bravura dell’artista sta nel saper mescolare diversi generi musicali: dal Pop al Jazz, dalla Musica Classica Napoletana al Rock. La platea, che dalle 21,30 alle 23,30 ha applaudito con entusiasmo al termine di ogni performance, sembra aver apprezzato l’artificio. Ergo, esperimento (nuovamente) riuscito!
Poco prima della chiusura del sipario, Felice Romano si è congedato così: “Non fate la guerra, fate la pace!”, suggerendoci che l’amore, che sia bello o che sia brutto, può avere la meglio sul suo peggior nemico, la violenza, e che il primo passo per protendere verso la via della fratellanza è rispettare il prossimo. Pertanto lo show è stato contraddistinto da momenti di profonda riflessione: l’obiettivo era quello di far meditare sulle atrocità causate dal Terrorismo.
Il viaggio non finisce qui perché “I grandi amori ed i grandi spettacoli non dovrebbero mai finire”