27 giugno 1980 ore 20:59:45 “La strage di Ustica”
Il DC9 I-TIGI Itavia, in volo da Bologna a Palermo, partito con due ore di ritardo, esplode nei cieli a nord di Ustica. 81 vittime, di cui 13 bambini. Dopo 38 anni la verità sull’incidente ancora non è stata scoperta.
Quasi quarant’anni di misteri, depistaggi, sentenze, perizie. Dopo quasi quarant’anni e innumerevoli ipotesi sull’incidente la corte di cassazione elimina ogni dubbi con la sentenza del maggio 2018.
“La sentenza della Corte d’appello, ricostruiti i dati disponibili, ha innanzitutto valutato quale sia l’ipotesi della causa del sinistro che riceve il supporto relativamente maggiore, individuandola nell’esplosione esterna dovuta a missile lanciato da altro aereo – scrive la Cassazione – e ha poi rilevato che la responsabilità dei ministeri convenuti deriva dall’omessa attività di controllo e sorveglianza della complessa e pericolosa situazione venutasi a creare nei cieli di Ustica, imposta da specifiche norme e non esclusa da fattori eccezioni o imprevedibili, che ha reso possibile la penetrazione nello spazio aereo italiano e l’occupazione dell’aerovia assegnata a Itavia da parte di aeromobili da guerra non autorizzati e non identificati, senza che fossero adottate misure idonee per evitare l’evento”.
Se i ministeri “avessero adottato le condotte loro imposte dagli specifici obblighi di legge, l’evento non si sarebbe verificato”, osserva la Corte, poichè “attraverso un’adeguata sorveglianza della situazione dei cieli sarebbe stato possibile percepire la presenza di altri aerei lungo la rotta del Dc9 e, quindi, adottare misure idonee a prevenire l’incidente, ad esempio non autorizzando il decollo, assegnando altra rotta, avvertendo il pilota della necessità di cambiare rotta o di atterrare onde sottrarsi ai pericoli connessi alla presenza di aerei militari o, infine, intercettando l’aereo ostile con aerei militari italiani”.