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Magma elettorale, insegnanti presi a calci ed il “sogno americano” di Donald Trump: ciao, ciao gennaio!

Caro diario,

chiamarlo magma elettorale rappresenta una scelta puramente ideologica. Le promesse elettorali sono esattamente fatte di quella materia: miste, dispersive, calde e pericolosissime.

Prima ancora che del fuoco bisogna aver paura del fumo e della cenere, che inalati provocano una morte orribile. E’ stato un mese davvero duro sotto questo punto di vista: si è tornati all’abolizione di qualsiasi tassa (come se lo Stato in tempo di spregiudicata e diffusa privatizzazione guadagnasse da altro), all’abbassamento della percentuale di immigrati, ai politici che lavorerebbero gratis, a rappresentanti più competenti fin’anche all’abolizione dell’euro. Tutti ricchi, felici, sicuri e incantati come se vivessimo nel mondo delle fate. Niente più spread, debiti, un’Italia come la Germania. Promesse che non possono essere mantenute, che non hanno copertura né senso logico, eppure sono sviluppate con così tanta sicurezza da sembrare vere. Peccato, che molti di questi protagonisti della politica, raccontino da circa 30 anni sempre le stesse fiabe, mai a lieto fine.

E’ il mese degli insegnanti. Il mese in cui la ministra Valeria Fedeli annuncia la sua candidatura in Campania. Una politica, ex sindacalista, che non ha nemmeno il diploma completo. Di vecchio corso, senz’altro, come le tante gaffe scritte e parlate che hanno provocato tanta ilarità. Chiediamoci come mai un fenomeno come quello delle baby gang (sempre esistito) viene spalleggiato ora da genitori infuriati che aggrediscono fisicamente gli insegnanti. E’ stato il caso di un professore di educazione fisica, un povero 60enne attaccato da una coppia di genitori (padre e madre) e che come unica colpa ha avuto quella di rimproverare un suo alunno. E’ il sintomo di una scuola che cade a pezzi, ma anche di un’ignoranza dilagante che ha colto i genitori. Si potrebbe coniare il nuovo termine “arroganza da web”, di persone che hanno perso il contatto con la realtà. Attraverso Google si sentono forti, fortissimi. Istruitissimi, più di professori o maestri. Un tempo, sicuramente, rispettati perché all’ignoranza si associava l’umiltà. Era quel: “lasciamo che decida un esperto”, uno preparato, uno bravo e del mestiere. Oggi invece esiste il dottor Google. Lui ci dice da quale patologia siamo affetti, se il vaccino serve o meno, e come curarci. Così negli ospedali ci si precipita sicuri: “Dottore ho questa patologia, mi devo curare così. Lo scriva sulla ricetta”. Lo stesso vale per la scuola.

Sponsorizzando la tendenza all’isolazionismo ci sta pensando Donald Trump. Ancora parla di “sogno americano”, che vuol dire frontiere chiuse, protezionismo e niente immigrazione. E’ l’ultima puntata di America First (o american first, che ha lo stesso valore). Significa che il mondo corre in quella direzione, va verso gli Stati nazione, la voltura di un ambiente chiuso che inizia e finisce con i confini. Militarmente, ovviamente, non cambia nulla, anzi si diventa più aggressivi. Insomma basta con la dipendenza dalla Cina, dall’Europa, e da altre nazioni. Il sogno americano è al suo punto più alto. Lo dice Trump, ma non ne sono molto sicuri nemmeno più gli americani stessi. Dopo la caccia alle streghe, di solito, restano soltanto le ceneri ed un vuoto incolmabile.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania da maggio 2014.

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