HOMETEATRO

Peace Please: un inno al Natale e un appello alla pace attraverso musica e parole

Anche per quest’anno torna la  rassegna Natali Erranti nell’ambito di “Natale In Terza” promosso e finanziato dalla Municipalità 3 Stella San Carlo all’Arena, a ingresso gratuito su prenotazione.

La compagnia Baba Yaga Teatro con la direzione artistica di Rosalba Di Girolamo propone Peace Please controcanti di Natale dal Mondo”   nella chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi di Napoli stasera alle ore 20:30 (prenotazione alla mail  babayagateatro@gmail.com)

In scena ci sono: Enzo Attanasio, Antonello Cossia, Rosalba Di Girolamo, Cristina Donadio, Peppe Lanzetta, Annalisa Madonna, Jennà Romano, Marcello Squillante, Gianluca Rovinello, Imma Villa.

Un viaggio immaginifico attraverso lo spazio e il tempo, alla ricerca del vero spirito del Natale.

Lo spettacolo richiama spunti e suggestioni filosofici appartenenti a scrittori lontani nello spazio e nel tempo, ma vicini nel voler delineare un itinerario dell’anima che conduca a una maggiore pace interiore che poi si rifletta e si traduca anche in un maggiore equilibrio nel mondo, di cui tutti siamo artefici, nel momento in cui ci prendiamo cura delle relazioni umane perché, richiamando un antico adagio indiano “se l’uomo è in conflitto tremano anche gli elementi naturali e tutto il mondo è in disordine”

Lo spettacolo si propone di delineare un itinerario tematico, affinché  ogni giorno possa essere Natale e riesca a portare con sé pensieri positivi, assieme alla voglia di essere uniti, di condividere e di superare le conflittualità dentro e fuori la famiglia, che avviluppano il più ampio contesto sociale in varie parti del mondo.

Durante le festività natalizie si cerca la leggerezza ricorrendo a toni espressivi lievi, tentando di riconquistare l’atmosfera soffusa di magia dell’infanzia, ma non si può negare che molti luoghi siano teatro di barbarie e atrocità, come ribadisce la direttrice artistica.

Lo spettacolo vuole accendere –  attraverso questo viaggio onirico e narrativo – che si dipana tra musica, parole e pensieri profondi, una luce di speranza ma anche una scintilla di consapevolezza e di avvertita responsabilità individuale e collettiva.

L’intervista

Ora lasciamo la parola a Rosalba Di Girolamo. 

D. Il l viaggio che proponete attraverso quali tappe passa? 

R. Si tratta di un viaggio immaginario durante il giorno di Natale che partendo dalle nostre famiglie arriva alla famiglia del mondo. Lo spettacolo è introdotto da un racconto di Domenico Rea che narra di un padre anaffettivo che riesce a trasmettere amore solo il giorno di Natale nella costruzione del presepe, e approda a testimonianze da territori di guerra. Le tappe che scandiscono questo viaggio, ovvero i brani in canti, poesia e prosa interpretati dai miei straordinari colleghi, fotografano alcuni momenti a mio avviso emblematici del percorso che dalle disfunzioni familiari porta alle disfunzioni del mondo, accompagnandoci nella percezione di quanto questo passo sia più breve di quanto sembri. Credo fermamente che non potrà mai realizzarsi la tanto invocata pace mondiale se non ci impegniamo a realizzare la pace nelle nostre relazioni quotidiane e prima ancora, dentro noi stessi. 

D. Come si mescolano e si alternano i registri linguistici?

R. Credo che raccontare cose importanti, ancor più se dolorose, lasciandosi trasportare dal buio e dalla rabbia non aiuti a toccare il cuore dell’altro. Soprattutto in un periodo come Natale, quando il nostro animo è settato sulla ricerca della leggerezza. D’altra parte non si possono tacere o edulcorare le crudeltà che stiamo perpetuando nel mondo solo perché è Natale! E’ un punto di equilibrio molto difficile da trovare ma necessario da cercare. In questo caso abbiamo coinvolto nel progetto artisti straordinari provenienti da percorsi molto diversi ma accomunati da una attitudine all’impegno sociale e al contempo alla sperimentazione tra linguaggi. Nel costruire il viaggio ho attinto dallo scrigno delle mie personali passioni letterarie, politiche e musicali e contestualmente accolto le proposte dei miei straordinari colleghi. Ed è proprio dalla giustapposizione dei punti di vista e dei linguaggi, degli stili lievi con quelli gravi che è venuta fuori l’anima di questo viaggio.

D. Cosa attingere dai vari autori da Calvino a Clarke passando per Lanzetta?

R. Rea, Lanzetta, Buzzati, Calvino, Viviani, Clarke, Brecht, Darwish … si tratta di artisti grandissimi lontani nel tempo e nello spazio ma accomunati dal chiedersi con forza quale sia il posto dell’uomo nell’universo. Ognuno a suo modo e con il proprio linguaggio, naturalmente. Dalla prosa cruda e materica di Rea e Lanzetta, a quella scanzonata di Buzzati a quella lieve e poetica di Calvino a quella drammaticamente disarmante di Darwish, ognuno di questi grandi Autori accende un faro su una condizione dell’essere umano e del Mondo, diventando una tappa del nostro viaggio. 

D. In che modo volete far arrivare un appello per la pace?

R. Credo sia arrivato il momento che ognuno di noi si assuma la responsabilità in prima persona di creare un mondo di pace: la pace nel mondo non è una chimera appannaggio della politica, di chi lavora in organizzazioni internazionali o pigia i bottoni del mondo, ma dipende da ognuno di noi.  Il disarmo è soprattutto una questione interiore. 

D. Dove e come secondo voi è possibile trovarla?

R. Sarò banale. Dentro noi stessi, con profondo impegno quotidiano.

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